POST DEMOCRACY
RADICI – BOTTEGA DI QUARTIERE via Dolomiti 11, MilanoLa democrazia è moribonda, c’è bisogno di un’azione spregiudicata, non prevista dai nemici della democrazia: facciamo dittatura prima di loro!
La democrazia è moribonda, c’è bisogno di un’azione spregiudicata, non prevista dai nemici della democrazia: facciamo dittatura prima di loro!
ANAK NI TAPIA: leaving mother è un monologo che esplora la complessa relazione tra la scrittrice, un'immigrata queer filippina, e sua madre.
Un monologo che racconta una guerra di fantasia in un futuro molto vicino a noi, attraverso gli occhi di un ragazzo figlio di questa società. Una scrittura irriverente, piena di comicità surreale. Uno spettacolo verso un pubblico giovane, con la presunzione di poter fare uscire la voce di una generazione interrotta, ammutolita.
Una neomamma, una rabbia inattesa, una solitudine che pesa. Diventare madre vuol dire anche fare i conti con sé stesse, con il proprio passato, con ciò che riemerge quando tutto cambia. Un monologo ironico e tagliente sulla maternità e sulle emozioni che scuote, dentro e fuori. Perché tutti – in un modo o nell’altro – siamo stati lì.
Una neomamma, una rabbia inattesa, una solitudine che pesa. Diventare madre vuol dire anche fare i conti con sé stesse, con il proprio passato, con ciò che riemerge quando tutto cambia. Un monologo ironico e tagliente sulla maternità e sulle emozioni che scuote, dentro e fuori. Perché tutti – in un modo o nell’altro – siamo stati lì.
Un monologo che racconta una guerra di fantasia in un futuro molto vicino a noi, attraverso gli occhi di un ragazzo figlio di questa società. Una scrittura irriverente, piena di comicità surreale. Uno spettacolo verso un pubblico giovane, con la presunzione di poter fare uscire la voce di una generazione interrotta, ammutolita.
Una neomamma, una rabbia inattesa, una solitudine che pesa. Diventare madre vuol dire anche fare i conti con sé stesse, con il proprio passato, con ciò che riemerge quando tutto cambia. Un monologo ironico e tagliente sulla maternità e sulle emozioni che scuote, dentro e fuori. Perché tutti – in un modo o nell’altro – siamo stati lì.
Un monologo che racconta una guerra di fantasia in un futuro molto vicino a noi, attraverso gli occhi di un ragazzo figlio di questa società. Una scrittura irriverente, piena di comicità surreale. Uno spettacolo verso un pubblico giovane, con la presunzione di poter fare uscire la voce di una generazione interrotta, ammutolita.
Un monologo che racconta una guerra di fantasia in un futuro molto vicino a noi, attraverso gli occhi di un ragazzo figlio di questa società. Una scrittura irriverente, piena di comicità surreale. Uno spettacolo verso un pubblico giovane, con la presunzione di poter fare uscire la voce di una generazione interrotta, ammutolita.
Una neomamma, una rabbia inattesa, una solitudine che pesa. Diventare madre vuol dire anche fare i conti con sé stesse, con il proprio passato, con ciò che riemerge quando tutto cambia. Un monologo ironico e tagliente sulla maternità e sulle emozioni che scuote, dentro e fuori. Perché tutti – in un modo o nell’altro – siamo stati lì.
Un monologo che racconta una guerra di fantasia in un futuro molto vicino a noi, attraverso gli occhi di un ragazzo figlio di questa società. Una scrittura irriverente, piena di comicità surreale. Uno spettacolo verso un pubblico giovane, con la presunzione di poter fare uscire la voce di una generazione interrotta, ammutolita.
EROICAMENTE SCIVOLATO è l’assolo di un ultimo, la rivincita dei miserabili. Elpenore che compare nell’Odissea per meno di cinque versi.
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