Sexy Marginalia
di Collettivo Baladam B-side con Antonio “Tony” Baladam
ideazione Rebecca Buiaforte
drammaturgia e regia Antonio “Tony” Baladam
Sexy Marginalia è un evento performativo di sperimentazione linguistica comica, che esplora la relazione tra città e provincia nel nostro paese in questo periodo storico, analizzandone frammentazioni, contraddizioni, violenze, seduzioni e scambi. La performance si presenta in forma di monologo comico oceanico, di macchina teatrale autogenerativa babelica particolarmente divertente, di opera-mondo con ispirazioni dirette nel genere del realismo isterico.
L’attore che porta in scena Sexy Marginalia parla quasi sempre in prima persona al femminile, in un ricercato delirio identitario che amplifica la discriminazione di genere ancora fortemente presente nel tessuto sociale del nostro paese, soprattutto in ambiti provinciali. La struttura del monologo risulta volutamente instabile, discontinua e sensibilmente variabile da una replica all’altra. Sono previsti diversi momenti di ideazione linguistica direttamente in scena.
Lo spettacolo utilizza in alcuni punti un linguaggio volgare.
03 giugno | Ore 20:30 | Acquista il biglietto |
04 giugno | Ore 20:30 | Acquista il biglietto |
05 giugno | Ore 20:30 | Acquista il biglietto |
06 giugno | Ore 20:30 | Acquista il biglietto |
07 giugno | Ore 20:30 | Acquista il biglietto |
BIO
Il collettivo Baladam B-side, fondato nel 2021 a Bologna, si occupa di teatro contemporaneo, performance, teatro ragazzi e laboratori, ponendo alla base del lavoro una ricerca multidisciplinare che spazia tra linguistica, semiotica e sociologia.
I nostri progetti sono declinati attraverso il “Sistema dell’Antiritualità”, un metodo teatrale originale che prevede una decostruzione costante degli stilemi e dei rituali della rappresentazione, ricercando forme nuove di annullamento delle mediazioni. Lavoriamo soprattutto sulla relazione tra identità, cultura e capitale, e utilizziamo l’ironia complessa come costante filtro interpretativo della realtà. Come diceva Roland Barthes caricando il suo fucile: “Ogni immaginario collettivo buono, è un immaginario collettivo morto”. Di questa frase, in realtà elaborata da noi, abbiamo fatto il mantra della nostra ricerca e del nostro metodo.