I DANNI DEL POMODORO

I DANNI DEL POMODORO

Di e con Luca Spadaro
Aiuto regia Silvia Pietta
Assistente alla drammaturgia Sebastiano Bottari
Assistente e responsabile tecnica Francesca Brancaccio
Produzione Teatro d’Emergenza

Nell’estate 2020, in Puglia, un certo Camara Fantamadi è morto di fatica mentre tornava a casa in bici dopo una giornata di lavoro. Era un raccoglitore di pomodori. Come fare a inscenare una storia di questo genere? Qual è la forma con cui si può raccontare un fatto come questo?
La farsa, il sudore e una sorta di autobiografia apocrifa sono diventati gli ingredienti della commedia, che si dipana sulla falsariga de “I danni del tabacco” di Anton Cechov.
Rispetto all’originale qui ci sono alcune differenze sostanziali: il conferenziere è un teatrante improvvisato che per tutto il tempo dell’azione scenica continua a sudare su macchinari da fitness (stepper, cyclette) volendo goffamente mimare la fatica dei raccoglitori agricoli.
Lo spettacolo, così come lo aveva previsto l’autore, naufraga quasi subito. Da questo momento temi e forma della commedia varieranno con fluida frequenza. L’attore prende a lagnarsi delle sue quotidiane miserie dimenticando il drammatico tema della commedia e mettendo sullo stesso piano le frustrazioni di un artista fallito e la morte di un giovane africano senza possibilità di redenzione.
Dopo un’ora di tragicommedia l’attore (probabilmente ubriaco) lancerà pomodori agli spettatori.

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